In questo testo l’autore accompagna il lettore in un viaggio nella sua mente dove, frugando nel passato, trova delle storielle in cui la realtà si mescola alla fantasia, perché - dice - le storie non si raccontano perché sono vere ma perché sono belle. L’autore segue i ricordi come seguiva da piccolo i pesci nel mare di Napoli o i piccioni in piazza Plebiscito. I suoi ricordi si rincorrono in un ping-pong atemporale che lo conduce a riflettere sulla vita, sulle opportunità che vi si presentano e su come va il mondo. Le storielle sono anche un pretesto per esporre, attraverso un filo conduttore, un’analisi più intuitiva che scientifica del funzionamento, a volte sorprendente, della sua attività mentale.